Tratto dal sito www.dday.it
254 siti di e-commerce sui 333 sottoposti a controlli dall'UE commettono una qualche forma di irregolarità nei confronti della normativa comunitaria: l'indagine rivela svariati problemi, ma quello più rilevante sembrerebbe essere il non fornire adeguate informazioni all'acquirente; informazioni relative al prodotto stesso, ma anche alle modalità di acquisto, eventuali costi aggiuntivi e via dicendo.
254 siti di e-commerce sui 333 sottoposti a controlli dall'UE commettono una qualche forma di irregolarità nei confronti della normativa comunitaria: l'indagine rivela svariati problemi, ma quello più rilevante sembrerebbe essere il non fornire adeguate informazioni all'acquirente; informazioni relative al prodotto stesso, ma anche alle modalità di acquisto, eventuali costi aggiuntivi e via dicendo.
A ruota seguono le clausole inique (limitazioni di responsabilità e
affini) e i problemi legati al diritto di recesso, che raramente viene
citato nelle comunicazioni ufficiali degli esercenti; inoltre, il
rapporto della commissione evidenzia svariati casi in cui un contenuto
sembra gratuito quando in realtà poi non lo è, oltre al fatto che il 69%
dei siti esaminati manca di chiarezza nelle clausole contrattuali. Una vera e propria giungla insomma, soprattutto per i più giovani.
Per quel che riguarda l'Italia, sono stati esaminati 10 siti, dei quali
ben 7 dovranno essere ulteriormente controllati, perché sospetti. Adesso la palla passa alle autorità nazionali,
che dovranno decidere le sanzioni da applicare. Si potrà andare da una
semplice multa con richiesta di sistemare il sito a norma di legge, fino
alla chiusura obbligata.
E-commerce si trova dovrebbe fornire informazioni ai clienti in modo che possano fidarsi del negozio on-line per l'acquisto di più prodotti.
RispondiEliminaGroupon Clone